Flora nel territorio di Calestano (Val Baganza)
Il comune di Calestano, per le ragioni esposte altrove, appare molto meno degradato di altre zone appenniniche e conserva un patrimonio naturalistico di grande valore, notevole e per l’abbondanza e per la varietà.
Il bosco copre oggi il 51% del territorio comunale. Prevalentemente bosco ceduo da taglio, ancora sfruttato, ma spesso trascurato e profondamente selvaggio nei versanti più impervi dei monti, è un bosco giovane e vitale, in espansione, anche se forse mai più ricco come un tempo. Infatti tendono a farsi meno diffuse le specie arboree a crescita più lenta.
I tipi di bosco indigeno che si trovano nel territorio sono: il querceto-carpineto con dominanza di roverella e carpino nero nelle colline fino 500 m s.l.m.; il cerreto-carpineto, dove dominano il cerro e il carpino nero, che copre i versanti fino a 800 m s.l.m. ed è il tipo di bosco più diffuso nel comune di Calestano; la faggeta, nell’orizzonte superiore fino alle cime più elevate della valle intorno ai 1400 m s.l.m. Tuttavia l’aspetto e la ricchezza del bosco variano sopratutto a seconda dell’esposizione e della pendenza dei versanti montani. Dove il terreno è più fertile e fresco aumenta la varietà delle specie arboree. Nella fascia del cerreto-carpineto sono presenti anche il carpino bianco, alcuni tipi di acero (campestre e montano), il nocciolo, il ciliegio; fra gli arbusti il biancospino, il cornale, il maggiociondolo. Nella fascia del querceto-carpineto, nella parte settentrionale del comune, vegeta il pino silvestre (Pinus sylvestris), vera rarità botanica e forestale della Val Baganza.
Il castagno, specie eliofila che preferisce terreni freschi, è presente solo sulle pendici del Montagnana nei pressi di Vigolone. Il noce è molto diffuso. La faggeta è estesa a partire da quota 800 m s.l.m.: questo limite però varia molto con la morfologia del suolo e con l’esposizione, essendo il faggio una specie che rifugge gli ambienti aridi. Dove la faggeta è folta, il faggio non lascia posto ad altri alberi, ma dove la formazione si fa discontinua troviamo qua e là nei versanti a mezzogiorno il sorbo montano ed il loppio, in quelli in ombra il sorbo degli uccellatori, il maggiociondolo, l’acero montano. Gli interventi di forestazione, i primi dei quali risalgono agli anni 50, hanno introdotto specie diverse (pino nero, pino strobo, abete bianco, abete rosso, abete di Douglas, Chameacyparis lawsoniana, pino excelsa etc.) Le piantagioni di conifere coprono attualmente circa 500 ha. Il sottobosco presenta una discreta varietà di specie erbacee e arbustive. All’inizio della primavera fioriscono le effimere: epatica, primula, pervinca, polmonaria, viola, elleboro, scilla, asperula, veronica.
In estate nei boschi più aridi fioriscono il garofanino (Dyanthuscarthusianorum), le orchidee (Orchis militaris, Orchis mascula, Anacamptis piramidalis, Orchis purpurea) e il giglio rosso (Lilium bulbiferum); in alcune zone si trova la Peonia officinalis. Sui versanti più aridi e rocciosi, esposti a sud, crescono l’elicriso, l’abrotano, l’ononide spinosa, la ginestra odorosa, il ginepro. Nel querceto misto esposto a Nord vegeta il tartufo nero di Fragno (Tuber uncinatum Chatel).
Nelle radure, nei prati e nei pascoli cresce un’infinità di specie erbacee che nella tarda primavera si mostrano in una esuberante varietà di forme, colori e profumi: gallium odoroso, poligala, salvia dei prati, Viola arvensis e tricolor, iperico, silene, menta, meliloto, lupinella, veccia, achillea, mazza d’oro, origano.
Dove le coste montane si indentano in umidi anfratti percorsi dall’acqua troviamo le felci e le ampie foglie del farfaraccio, l’eupatorio, la cicuta, la veronica beccabunga, l’equiseto, l’aquilegia, la menta acquatica, l’Arum maculatum. Il lampone cresce ai margini del bosco sopra gli 800 m Nella siepe coabitano numerose specie vegetali: specie ad alto fusto, arbusti come sambuco, viburno lantana, Cornus mas, Pirus piraster, biancospino, maggiociondolo; cespugli, come rosa canina, ligustro, prugnolo, Cornus sanguinea, scotano, fusaggine, ginestra dei carbonai, e diversa vegetazione erbacea. E’ l’ambiente ideale per piante rampicanti, striscianti e prostrate: Clematis vitalba, rovo, tamaro, brionia, luppolo, caprifoglio, edera: ai bordi della siepe, come ai margini del bosco, fragola, lamio, elleboro, vinca minor, primula (acaulis) viola e polmonaria, alchechengio, giglio rosso, serpillo, orchidee (che si trovano anche nella prateria).
Nel greto del fiume, bellissimo da percorrere sia nel tratto tra Marzolara e Calestano che da Calestano a Ravarano, dove il fiume scorre tra le pareti striate del flysch, troviamo, oltre alle piante tipiche del fiume (salice bianco e viminale, pioppo tremulo, pioppo nero, ontano nero) arbusti come salice rosso, olivello spinoso, ginepro e una combinazione di specie xerofile e specie acquatiche: crescono sulle pietraie le artemisie (abrotano, assenzio), serpillo, armeria, epilobio, eringio, erba viperina (Echium vulgare); nelle zone umide il pepe d’acqua e il crescione che copre vaste aree di acqua, dove ci sono sorgenti lungo l’alveo o dove rii incontaminati si immettono nel torrente.