I calanchi e la malvasia
I calanchi e la malvasia sono, per così dire, gli attributi caratterizzanti il luogo; i primi, detti popolarmente burroni, si raggiungono inoltrandosi verso la Costa. L’ambiente è aspro e quasi inviolato e sprofonda in gole riarse grigio azzurrognolo cosparse di fosforo, quasi un passaggio lunare. Anche la malvasia è di casa e prende proprio dalla terra negli spazi verdi lasciati liberi dai calanchi e dal sole che la indora, un “sale” che la rende tipica. Una strana varietà di elementi prodotti dalle costanti erosioni dei calanchi immischiandosi col terreno favorisce il prosperare della vite arrichendo l’uva di peculiari qualità che caratterizzano il “liquido oro” della malvasia. “Il liquore più succulento esce dalle tralciaie che contano almeno 60 anni di vita. Ma, in effetti quando si tratta di quel legittimo, puro sangue di malvasia, non c’è confronto che tenga”.
Il biondo nettare di Maiatico, gradito anche a Giuseppe Garibaldi, era già noto al tempo dei Farnese e le carte dell’epoca segnalano la presenza di viti nella zona; i nuovi impianti di vigneti, sottolineano la caratteristica del paese, meritevole del titolo di capitale della malvasia.(2)