Il Castagno di Garibaldi
ovvero una possibile storia d'amore e il ricordo del soggiorno di Garibaldi a Maiatico.
Il 17 marzo 1861 viene sancita lunità dello stivale e ..."Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani", esclama Massimo D'Azeglio. Intanto Giuseppe Garibaldi, nei giorni successivi al grande evento, decide di riposarsi e in gran segreto arriva alla stazione ferroviaria di Castelguelfo alla volta di Maiatico, la piccola frazione sulla collina che domina Sala Baganza. Ovviamente e immediatamente riconosciuto la sua fama lo precede, e la notizia del suo arrivo si sparge in un amen tanto che viene accolto da una folla festante con tanto di banda al seguito. Il generale si ferma solo tre giorni: il 27 28 e 29 Aprile 1861 (come recita la lapide posizionata all'esterno del porticato di via Garibaldi a Sala) e viene ospitato nella dimora della marchesa Teresa Trecchi Araldi, sorella del tenete colonnello Gaspare Trecchi suo amico e uomo di fiducia. L'amicizia con Gaspare è sincera tanto che a Giuseppe gli regala il proprio pugnale per onorare 25 anni di servizio tra i due mondi, ma con Teresa c'è di più. Tra il biondo eroe dei due mondi e la nobildonna (ritiratasi sulle colline parmensi dopo la separzione col marito) intercorre un'amicizia particolarmente affettuosa, testimoniata da un carteggio di 25 lettere che dipingono una sorta di infatuazione nei confronti della colta, bella e liberale nobildonna. Da qui all'ipotesi di una relazione amorosa il passo è breve e in quei tre giorni di soggiorno a villa Mutti (dal nome del terzo proprietario dopo i Trecchi e gli Arduini) il castagno monumentale del parco circostante, ora appartenente all'area protetta dei Boschi di Carrega, svolge il ruolo di grande e silenzioso testimone del riposo del grande condottiero allietato dalla dolce compagnia di Teresa. Si narra, inoltre, che a Giuseppe piacesse particolarmente consumare i pasti sempre all'ombra del castagno all'aria aperta su un piccolo tavolo rotondo ancora oggi esistente. Garibaldi si ritempra dalle fatiche "italiane" anche con lunghe passeggiate sull'adiacente crinale, ancora oggi meta prediletta di tante persone dedite alla camminata domenicale, spingendosi fino ai vicini vigneti (ora proprietà Salati) dai quali nasce la Malvasia. Si innamora oltre che di Teresa anche dei dorati vitigni tanto che alla sua partenza ne portera con se alcuni stralci per impiantarli sulla sua Caprera. Si narra, inoltre, anche della stanza di villa Mutti dove molto probabilmente dormì il nostro eroe: si trova al primo piano della costruzione giallo miglio a tre piani sulla quale padroneggia una splendida torretta. Una camera spartana con vista sull'ingresso dalla parte opposta del corridoio dove vi è anche la stanza della marchesa. Della storia d'amore non si può affermare con certezza, anche se il curriculum del generale è da playboy e le sue tante donne lo dimostrano, fatto gli è che l'unico testimone, il grande castagno tanto amato, non c'è più: qualche anno fa un fuline lo ha colpito e ha cancellato la memoria di questo luogo ove la storia del nostro paese si è fermata a riposare per tre gioni, forse i più belli da raccontare.
Testo e Foto
Filippo Franci - Provincial Geographic