Planimetria centro storico Borgo Val di Taro
Il grande sviluppo edilizio degli ultimi decenni non ha coinvolto la parte più antica del centro abitato che conserva tuttora la sua struttura originaria caratterizzata da un tracciato viario rigorosamente regolare (tre lunghe vie parallele e trasversali ad esse ortogonali) attribuibile ad un piano urbanistico preordinato, collegato alla fondazione ex-novo di una città.
Difficile determinare sotto quale potere politico si sia venuta a creare questa interessante struttura urbana.
E’ probabile che la vera origine sia dovuta alla istituzione di un borgo franco da parte del Comune di Piacenza che in varie occasioni obbligò i Borghigiani a firmare patti e a prestare giuramenti.
Lungo le strade rigorosamente rettilinee, non sono pochi gli edifici che presentano qualche interesse: Torrione (1) resto dell’antico castello demolito negli anni ‘40.
Di fianco ai resti della fortezza troviamo la chiesa di San Antonino (2).
Chiude il terzo lato di piazza XI Febbraio Palazzo Tardiani (3) già Ospedale Vecchio, una massiccia costruzione cinque-secentesca che presenta in facciata cornicioni e lesene in pietra.
Imboccando un piccolo volto in fondo alla piazza si entra in via Cesare Battisti dove possiamo osservare le finestre bugnate di Palazzo Manara (4), il cui timpano tondo è spezzato dall’inserzione del giglio farnese. Arco Bertucci
Appena fuori dal centro storico si può raggiungere l’arco Bertucci (5); si prosegue lungo via Corridoni con Palazzo Molinari (6) con una interessante facciata e un bel balcone in ferro battuto.
Percorrendo via Cassio e vicolo Toti giungiamo in piazza Manara sovrastata dal Palazzo del Pretorio (7), oggi sede del Municipio.
Di fronte a questo edificio, su via Nazionale, Palazzo Bertucci (8), databile verso la fine del ‘600.
Nelle sale un importante ciclo di affreschi risalente alla prima metà del ‘700 orna i soffitti.
Tornando in via Corridoni incontriamo Palazzo Picenardi (9) che ospitò Maria Luigia d’Austria; la facciata ospita due portali in arenaria con capitelli ionici.
Si prosegue verso la chiesa di San Domenico (10): le tre navate presentano archi sostenuti da colonne in pietra. Nel coro medaglioni realizzati dallo Spolverini, pittore di corte di Francesco Farnese; nella sacrestia raffinati stucchi dei primi del 700.
Poco discosto dalla chiesa di San Domenico troviamo il monumento ad Elisabetta Farnese (11), per raggiungere poi Palazzo Boveri (12) che conserva ancora in facciata gli stucchi provvisori realizzati per onorare l’Altezza Reale.
Ormai alla conclusione del percorso segnaliamo, in via Nazionale 54, Palazzo Celi (13); se il portone è aperto meritano di essere visitati il cortile interno, lo scalone e la volta decorata che lo precede.
Da Porta Portello (14), principale ingresso al paese, attraversando il ponte sul Taro, si raggiunge la chiesa di San Rocco, sorta nel 1542 intorno al monastero degli Agostiniani.
Documento pubblicato
grazie alla concessione
e alla collaborazione della
Comunità Montana
delle Valli del Taro e del Ceno
Illustrazione di Paolo Sacchi
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