Galleria Nazionale e Teatro Farnese
Luogo: Piazzale della Pilotta,15 43100 Parma
tel.0521-233617 - 233309 fax 0521-206336
Orari
da martedì a sabato: 8,30 - 19,00 (chiusura biglietteria ore 18.30)
domenica: 8,30 - 14,00 (chiusura biglietteria ore 13.30)
Chiusura: tutti i lunedì, 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre
Biglietto intero: € 6,00 Biglietto ridotto: € 3,00
Il biglietto di ingresso alla Galleria Nazionale comprende anche la visita al Teatro Farnese
Ingresso ridotto ai cittadini italiani e stranieri con cui esiste reciprocità dai 18 ai 25 anni.
Ingresso gratuito per tutti i visitatori al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 65 anni.
Siti internet: www.gallerianazionaleparma.it o www.artipr.arti.beniculturali.it
Da non perdere: visita al Teatro Farnese
La Galleria Nazionale e il Teatro farnese trovano collocazione all'interno del Palazzo della Pilotta.
Il Palazzo della Pilotta, concepito originariamente come contenitore dei servizi della corte atto ad integrare il sistema delle residenze ducali, collegando il Palazzo di rappresentanza al di là del torrente con la più modesta dimora situata sulla sponda opposta, in prossimità del centro storico, oggi non più esistente, è un monumentale complesso di edifici alla cui esecuzione lavorarono in tempi diversi numerosi architetti.
Il complesso deriva il suo nome dal gioco nobiliare della “pelota”che si praticava nei suoi cortili in particolari occasioni di rappresentanza.
La Galleria Nazionale
Il nucleo della Galleria è costituito dalla collezione dei duchi di Parma Filippo e Ferdinando di Borbone. Durante il susseguirsi degli eventi storici, la splendida collezione Farnese fu dispersa in diverse residenze e ben poco rimase all'originaria sede di Parma. Solo con l'istituzione dell'Accademia di Belle Arti si riuscì a riportare all'antico splendore il patrimonio parmigiano e ad arricchirlo successivamente mediante opere provenienti da Chiese ed edifici religiosi soppressi. Attualmente la collezione vanta pezzi di fondamentale importanza, tra cui si possono citare i superbi capitelli di Benedetto Antelami, provenienti dallo smembrato ambone del Duomo di Parma, e opere di Paolo Veneziano, Spinello Aretino, Agnolo Gaddi, Beato Angelico, Giovanni di Paolo, Niccolò di Pietro Gerini e Bernardo Daddi. Il Cinquecento emiliano è rappresentato da artisti del calibro di Dosso Dossi, Garofalo, Parmigianino e Correggio, fino ai più maturi Leonardo da Vinci, Sebastiano del Piombo, El Greco, Tintoretto. La sezione dedicata al Settecento presenta tele di Sebastiano Ricci, del Tiepolo, di Canaletto e del Bellotto. Nutrita è anche la sezione riservata agli artisti stranieri, in particolare ritrattisti fiamminghi e spagnoli. Recenti restauri hanno ampliato lo spazio espositivo, cui si affiancano i servizi di bookshop e una Sala conferenze e proiezioni. Nel percorso è compresa la visita al Teatro Farnese, progettato da Giovanni Battista Aleotti (1628). (27)
Percorri la Galleria nei due distinti itinerari (A e B), che hanno entrambi il loro inizio dal Teatro Farnese, utilizzato come uno spettacolare e scenografico atrio d'accesso, passando con il mouse sulla mappa sottostante:
Percorso A: ala nord (sale 12 - 13); ala ovest (sale 7 - 8 - 9 - 10)
Percorso B: Sale Ottocentesche - Correggio e Parmigianino (sale 17-19); Rocchetta (sala 18)
Il Teatro Farnese
Costruito dunque in brevissimo tempo, usando materiali leggeri come il legno e lo stucco dipinti, il teatro nacque per volontà di Ranuccio I, duca di Parma e Piacenza dal 1593 al 1622, il quale intendeva festeggiare con sfarzo la sosta di Cosimo II de' Medici a Parma, programmata in occasione di un viaggio del Granduca di Toscana a Milano per visitare le tomba di San Carlo Borromeo.
L'inaugurazione del teatro - già ultimato nel 1619 - avvenne solo nel 1628, in occasione delle nozze tra Margherita de' Medici e il duca Odoardo, con uno spettacolo allegorico-mitologico dal titolo "Mercurio e Marte" - con testo di Claudio Achillini e musiche di Claudio Monteverdi -, arricchito da un torneo e culminante in una spettacolare naumachia, per la quale fu necessario allagare la platea con una enorme quantità d'acqua, pompata tramite una serie di serbatoi posti al di sotto del palcoscenico.
Il progetto del teatro, dovuto all'architetto ferrarese Giovan Battista Aleotti detto l'Argenta (dal paese d'origine), subì alcune modifiche su suggerimento del marchese Enzo Bentivoglio.
Data la complessità degli allestimenti scenici e i loro altissimi costi il teatro fu utilizzato soltanto nove volte, in occasione di matrimoni ducali o importanti visite di stato. Dopo l'ultima rappresentazione, risalente al 1732, il teatro decadde lentamente fino alla quasi totale rovina, subendo un colpo terribile con il bombardamento che lo colpì nel maggio del 1944, che determinò la quasi completa distruzione delle parti lignee e di gran parte delle statue in stucco. Il teatro è stato completamente ricostruito nel 1956 secondo il disegno originario: le parti lignee, in origine completamente decorate, furono lasciate grezze, ad evidenziare le poche strutture originali superstiti.
(testi: www.gallerianazionaleparma.it o www.artipr.arti.beniculturali.it)