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Comune di


BARDI

Altitudine: 625 m s.l.m.
Superficie: 189 km²
Abitanti: 2.355 (31-07-2011)
Densità: 12,46 ab./km²
Cod.Postale: 43032
Prefisso: 0525
Nome Abitanti: bardigiani
Patrono: San Giovanni Battista
Giorno Festivo: 24 Giugno
Sito Istituzionale: www.comune.bardi.pr.it

Etimologia

Deriva dal nome latino Bardo o Bardi che può essere sia un nome di persona che un termine accorciativo di "Longobardi", in questo caso riferendosi al popolo ivi stanziato.
Ma l'etimologia del nome è controversa. «Bardi» infatti secondo la leggenda deriverebbe da «Bardus» o «Barrio», l'ultimo degli elefanti al seguito dell'esercito di Annibale che sarebbe morto qui durante la marcia verso Roma. In suo ricordo, Annibale avrebbe quindi deciso di fondare una colonia. Secondo la storia invece il toponimo «Bardi» deriverebbe dall'appellativo che contradistingueva la nobiltà longobarda - i cosiddetti Arimanni - un gruppo dei quali si stabilì qui attorno al 600 d.C.

Araldica

bardi-stemmaD’azzurro, all’albero con cane rivoltato e coricato al suo pedale dal pelame bruno; l’insieme sostenuto da un terreno arido, il tutto al naturale; il tronco dell’albero accollato da un breve svolazzante in fascia di rosso con la scritta FIDELITAS a caratteri maiuscoli d’oro. (18)

Vita monastica e impegno sociale

Complesso monastico di CaberraComplesso monastico di CaberraMargherita Antoniazzi nasce a Cantiga di Costageminiana, attualmente in Comune di Bardi, Diocesi di Piacenza, da poveri contadini, Carlo Antoniazzi e Bartolomea Merizzi, il 9 marzo 1502. Spinta da necessità familiari, rimasta orfana di padre in giovane età, diventa guardiana di pecore. Colpita dalla peste nel 1524, a causa della quale perde anche la madre, si ritira nella grotta della Rondinara, ove guarisce miracolosamente per intercessione di S. Rocco.

Divinamente ispirata, con l’aiuto della povera gente di montagna, ma anche con il contributo del ghibellino principe Agostino Landi, che la stima e ricorre frequentemente al suo consiglio, costruisce il convento e la chiesa dell’Annunziata, solennemente consacrata il 21 maggio 1533. Durante il corso della sua esistenza si dedica alla preghiera e ad un eroico esercizio della carità, accompagnati da fatti prodigiosi che attirano a Costageminiana innumerevoli fedeli, in un quotidiano pellegrinaggio, continuato anche dopo la sua morte, avvenuta il 21 maggio 1565.

La “Devota della Costa”, così é detta dalla gente la Antoniazzi, spende la sua esistenza per i poveri, gli ammalati, gli appestati, i diseredati. Fatta consapevole del grande dono della vita, attraverso i molti lutti, malattie e sofferenze a cui era stata soggetta, con illuminata preveggenza promuove una costante opera di assistenza in favore delle donne incinte, delle puerpere e dei neonati, allora facili vittime della mortalità infantile.

Devota Margherita AntoniazziDevota Margherita AntoniazziLa sua intuizione più geniale è la promozione della prima scuola gratuita della montagna, ma anche di tutta la diocesi piacentina, opera tanto più rimarchevole se si tiene conto che la Devota é illetterata e non ha mai frequentato gli ambienti più sensibili della città. Nel 1533 fonda per l’assistenza dei poveri una piccola congregazione religiosa che, in un modesto monastero sorto accanto alla chiesa dell’Annunziata da lei eretta a Caberra di Costageminiana, apre la scuola di alfabetizzazione e di catechismo ed assiste una schiera interminabile di poveri, che giornalmente sfila per 32 anni in cerca di aiuto e di conforto.

La sua fondazione é così ardita e previene i tempi a tal punto da non essere capita: le sue religiose, che avrebbero dovuto alternare alla preghiera l’esercizio della carità cristiana, nel 1599, ad opera del vescovo Claudio Rangoni e del principe Federico Landi, sono recluse nel nuovo convento di Compiano e ridotte alla stregua di un oscuro monastero di clausura. La causa della sua beatificazione, iniziata nel 1618 attraverso diverse fasi, non è ancora chiusa, anzi attende una ripresa definitiva. Ciò nonostante la Devota è venerata ed invocata tuttora dai fedeli e numerosi sono i casi di guarigioni e di fatti prodigiosi attribuiti alla sua intercessione.

 

 


Logo Comunità Montana delle Valli del Taro e del CenoDocumento pubblicato
grazie alla concessione
e alla collaborazione della
Comunità Montana
delle Valli del Taro e del Ceno
Illustrazioni di Paolo Sacchi
www.sakai.dk

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